I mesi invernali sono stati caratterizzati da abbondanti precipitazioni e temperature al di sopra delle medie stagionali tanto che le temperature non sono quasi mai scese al di sotto dello 0°. La primavera è stata caratterizzata da alte temperature iniziali, che hanno determinato un germogliamento anticipato anche con punte di 20 giorni rispetto alla norma. L’invaiatura e la maturazione dell’uva sono state invece ritardate a causa delle insistenti piogge e della bassa insolazione occorse nel mese di luglio.
Altro aspetto significativo di questa pazza annata riguarda i venti, quasi mai di tramontana, sempre di scirocco, ossia umidi e portatori di pioggia, nonché l’alto numero di perturbazioni.
Le anomalie di questa estate 2014 sono state provocate anche dalla mancata presenza dell’anticiclone Nord Africano che, negli ultimi anni, aveva fatto numerose incursioni nel nostro Paese, causando anche intense ondate di caldo da Nord a Sud. Quest’anno l’anticiclone si è esteso solo al Sud e sulle Isole, lasciano il Nord e parte del Centro esposti ad un umido e instabile “corridoio atlantico”.
Questo strano andamento stagionale ci ha visti costretti a diradare gran parte delle uve sangiovese e merlot in maniera drastica durante l’invaiatura perché ci siamo resi conto che altrimenti non sarebbero mai maturate.
Fortunatamente i mesi di settembre e ottobre (per metà) sono stati caratterizzati da un clima mite e con piogge assenti. La nostra vendemmia è iniziata con le uve merlot il 5 di settembre, uve che avevano gradazioni più basse rispetto ad anni precedenti (simili però al 2013) e di struttura meno importante ma comunque non scarse e di una bella eleganza.
Avendo poi potuto ritardare la raccolta delle uve sangiovese al 25 di settembre (visto che avevamo fatto azioni di diradamento) siamo riusciti, facendo due passaggi in ogni vigneto e scartando i grappoli che inevitabilmente presentavano botrite, a portare in cantina anche delle uve di grande complessità.
Le varietà di maggiore soddisfazione in termini di struttura, quantità e complessità restano il petit verdot e i cabernet perché, essendo la loro maturazione molto più lenta del solito ci ha regalato vini di grande profondità.
La nostra vendemmia si è conclusa il 20 di ottobre e, nonostante la grande difficoltà e tensione, possiamo dire oggi a conclusione delle fermentazioni malolattiche, di avere vini di grande eleganza e alcune partite anche di grande qualità.